Sì, è possibile essere accusati di guida in stato di ebbrezza anche quando si è alla guida di una bicicletta. Questo reato non si applica solo agli automobilisti, ma a tutti i conducenti di veicoli, inclusi i ciclisti. Ecco le principali conseguenze legali per chi viene sorpreso a pedalare in stato di ebbrezza:
È importante sottolineare che la legge considera le biciclette a pedalata assistita con motore fino a 250W come normali velocipedi. Per questi mezzi, come per le bici tradizionali, non è richiesta la patente, ragion per cui, nemmeno può essere disposta la sospensione o la revoca della patente. Diverso è il caso dei "cicli a propulsione" con motore più potente, che richiedono patente AM e sono soggetti a norme più stringenti.
Il cliente dovrà preventivamente recarsi dal legale, portando con sé il proprio contratto di lavoro onde consentire a quest’ultimo di verificare se sia stato o meno stipulato un patto di non concorrenza ed in caso positivo se la clausola in oggetto sia stata validamente formulata.
È necessario che il legale verifichi insieme al cliente sia le modalità con cui si sono svolti i fatti sia la documentazione che è stata rilasciata al momento del ritiro della patente al fine di approntare la miglior difesa. Talvolta la realtà è ben diversa da quanto viene contestato, altre volte dal verbale di ritiro della patente possono emergere dei vizi che possono annullare l’intero processo di accertamento. In ogni caso vale la pena far esaminare le carte da un legale competente per cercare una possibile soluzione.
Il sistema italiano del risarcimento per infortunio sul lavoro è una struttura complessa che richiede una comprensione approfondita dei diritti del lavoratore e delle procedure di calcolo. Prima di iniziare, è fondamentale sottolineare che questa materia richiede necessariamente l'assistenza di un avvocato esperto della materia. Solo un professionista esperto può garantire la tutela completa dei diritti del lavoratore infortunato e assicurare un calcolo accurato del risarcimento.
Per rendere più comprensibile il sistema del risarcimento per infortunio sul lavoro, possiamo immaginarlo come una casa con due stanze principali. Questa metafora ci aiuta a visualizzare meglio come si struttura il risarcimento danni nel diritto del lavoro italiano.
In questa prima stanza troviamo tutti gli elementi che impattano direttamente sul patrimonio del lavoratore infortunato:
Questa stanza racchiude tre componenti interconnesse del danno non patrimoniale:
Per coloro che vogliono approfondire come si "arredano" concretamente le stanze del nostro risarcimento, il metodo migliore è proporvi un esempio ipotetico. Faremo molti calcoli, leggeteli se avete voglia, ricordandovi comunque che di questo se ne occupa il vostro avvocato di fiducia.
Nel nostro esempio, consideriamo un operaio specializzato di 40 anni che subisce un infortunio sul lavoro. Il periodo di inabilità temporanea si estende per 90 giorni totali:
Totale danno biologico temporaneo: 6.750 euro
Durante questo periodo, considerando una retribuzione mensile di 3.000 euro, il danno patrimoniale da mancato guadagno ammonta a 9.000 euro.
Nella Stanza del Danno Non Patrimoniale:
Nella Stanza del Danno Patrimoniale:
L'INAIL, come "secondo proprietario" della casa del risarcimento, riconosce:
Il calcolo finale prevede la detrazione dell'indennizzo INAIL solo dalle voci omogenee:
Risarcimento finale spettante al lavoratore: 122.750 euro
È fondamentale precisare che tutti i valori economici citati in questo esempio (importi giornalieri, calcoli delle invalidità, spese mediche, etc.) sono puramente indicativi e utilizzati al solo scopo di illustrare il metodo di calcolo. Questi importi non sono in alcun modo collegati alle tabelle ufficiali di liquidazione del danno né costituiscono riferimento per casi reali. Ogni caso concreto richiede una valutazione specifica basata sulle tabelle di liquidazione aggiornate e sulle circostanze particolari dell'infortunio.
Così come ogni casa è unica, ogni caso di infortunio sul lavoro presenta le sue particolarità. La complessità del calcolo del risarcimento e la necessità di considerare molteplici variabili rendono indispensabile l'assistenza di un avvocato competente ed esperto della materia. Solo un professionista esperto può:
Il sistema del risarcimento per infortunio sul lavoro è progettato per garantire una tutela completa del lavoratore, ma richiede una gestione professionale per massimizzarne l'efficacia.
La percentuale di invalidità INAIL è un elemento fondamentale per determinare il vostro indennizzo. Vediamo come viene calcolata e quali fattori vengono considerati.
L'INAIL, quando calcola la percentuale d'invalidità, utilizza tabelle specifiche che associano a ogni tipo di menomazione una percentuale predefinita di invalidità. La valutazione viene effettuata dai medici INAIL attraverso:
- Visita medico-legale - Analisi della documentazione medica - Applicazione delle tabelle di leggeLa percentuale riconosciuta determina il tipo di indennizzo:
- Dal 6% al 15%: indennizzo in capitale (unica soluzione) - Dal 16% in su: rendita mensilePrendiamo il caso di un infortunio alla mano:
- Perdita dell'ultima falange del dito indice: 7% - Anchilosi dell'articolazione del dito medio: 5% - Se coesistono più menomazioni, non si sommano semplicemente ma si applica una formula specifica che considera l'invalidità complessiva[⚡ Da sapere: La valutazione INAIL è differente da quella civilistica. Lo stesso danno può ricevere percentuali diverse nei due ambiti]
La percentuale d'invalidità viene stabilita:
Comprendere come si determina la responsabilità del datore di lavoro è fondamentale sia per i lavoratori che per le aziende.
Nel sistema italiano esistono due strade parallele per la tutela del lavoratore infortunato:
Nel risarcimento civile, il legislatore ha previsto un meccanismo di tutela che agevola la posizione probatoria del lavoratore. In particolare:
La Corte di Cassazione, con sentenza n. 2455/2014, ha cristallizzato questi principi nel caso specifico delle cadute dall'alto, stabilendo che il datore di lavoro è sempre responsabile dell'infortunio quando:
Nel caso di lavori in quota, il datore deve garantire:
L'unica possibilità per il datore di lavoro di escludere la propria responsabilità è dimostrare il "rischio elettivo", ovvero:
La giurisprudenza ha costruito un sistema di tutele che:
L'accertamento dello stato di ebbrezza alla guida può avvenire attraverso diverse modalità:
È fondamentale sapere che il rifiuto di sottoporsi agli accertamenti comporta le stesse sanzioni previste per la guida con tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l.
In base alla riforma del Condominio, l’amministratore è obbligato a procedere al recupero del credito al fine di tenere i conti in ordine. L’Amministratore di Condominio a sua volta incaricherà un legale per procedere al recupero del credito.
Se vi trovate a fronteggiare un decreto prefettizio di sospensione della patente per guida in stato di ebbrezza, è fondamentale comprenderne le implicazioni e le possibili azioni da intraprendere. Ecco le risposte alle domande più frequenti su questo tema:
Il decreto prefettizio è un provvedimento amministrativo cautelare emesso dal Prefetto a seguito del ritiro della patente da parte delle forze dell'ordine per guida in stato di ebbrezza. È il primo di due possibili provvedimenti sospensivi:
Il Prefetto può disporre la sospensione provvisoria della patente fino a un massimo di due anni. In alcuni casi specifici, può arrivare fino a tre anni.
Il decreto viene solitamente emesso entro 15 giorni dal ricevimento degli atti da parte dell'Autorità di Polizia che ha già ritirato la patente.
Riceverete una comunicazione al vostro indirizzo con l'invito a recarvi presso l'organo di polizia incaricato per la notifica del provvedimento.
Sì, avete diritto di opporvi, presentando un ricorso in opposizione al Giudice di Pace competente (del luogo della violazione) entro 30 giorni dalla notifica del decreto.
No, i due periodi non sono cumulabili. Il periodo di sospensione prefettizia verrà detratto dalla durata della sospensione stabilita dal giudice penale in caso di condanna per il reato di guida in stato di ebbrezza.
È compito del Prefetto, in quanto organo di esecuzione della sanzione amministrativa accessoria, provvedere alla detrazione obbligatoria del periodo di sospensione già scontato.
Anche se vincete il processo penale, il periodo di sospensione prefettizia già scontato non può essere "restituito" o compensato.
È fortemente consigliato consultare immediatamente un avvocato esperto della materia, possibilmente subito dopo il ritiro della patente. Un legale esperto può:
Agire tempestivamente è cruciale per evitare decadenze e massimizzare le possibilità di un esito favorevole. Le conseguenze di una sospensione della patente possono essere severe e durature, influenzando sia la vita personale che quella professionale. Un avvocato specializzato può fare la differenza nell'affrontare questa complessa situazione legale.
Hai ricevuto un diniego dall'INAIL per il tuo infortunio sul lavoro o la risposta non ti soddisfa? Non preoccuparti, esistono precise procedure per far valere i tuoi diritti. Vediamo insieme come procedere, passo dopo passo.
Il primo passo fondamentale è capire perché l'INAIL ha negato il riconoscimento dell'infortunio. Le motivazioni potrebbero essere diverse: dalla documentazione incompleta alla contestazione del nesso causale tra lavoro e infortunio.
Prima di rivolgerti al tribunale, dovrai presentare un ricorso amministrativo interno all'INAIL entro 60 giorni dal ricevimento del provvedimento dell'INAIL.
Per presentare un ricorso efficace servono:
Il ricorso può essere presentato in tre modi:
L'INAIL a sua volta dispone di un termine di 150 giorni per rispondere al tuo ricorso. Durante questo periodo possono verificarsi tre scenari:
Se l'INAIL non risponde o conferma il diniego o ancora nel caso in cui la risposta non ti soddisfa pienamente, diventa necessario valutare l'azione giudiziaria con l'assistenza di un avvocato esperto di infortunistica sul lavoro.
Qui bisogna fare molta attenzione.
La tempistica esatta si articola, infatti, in due scenari possibili:
PRIMO SCENARIO - L'INAIL risponde
Se l'INAIL risponde (sia positivamente che negativamente), il termine complessivo sarà di 3 anni e 150 giorni dall'infortunio per proporre ricorso al Tribunale.
Questo termine è fisso e prescinde da quanto tempo il lavoratore abbia effettivamente impiegato per presentare la domanda
SECONDO SCENARIO - L'INAIL non risponde Qui entra in gioco un principio fondamentale stabilito dalle Sezioni Unite con la sentenza 11928/2019: la mancata risposta dell'INAIL non fa iniziare il decorso della prescrizione.
In pratica:
La ragione di questa interpretazione, come spiega la Corte, è quella di non costringere il lavoratore a fare causa prematuramente solo per evitare la prescrizione. Si vuole inoltre permettere al procedimento amministrativo di giungere a conclusione, dato che potrebbe risolversi favorevolmente per il lavoratore senza necessità di ricorrere al giudice.
Questa interpretazione è particolarmente protettiva per il lavoratore perché:
Se si tratta del semplice ritiro di una notifica, ciò non deve incutere preoccupazione, purché poi il cliente trasmetta subito il documento al proprio avvocato. In ogni caso, se lo richiedete siamo disponibili ad accompagnarvi.
Per ogni serio avvocato, l’azione giudiziale deve sempre rappresentare l’extrema ratio. Quando è possibile, pertanto, prima di portare il caso davanti il Giudice, il legale ha l’onere di avviare una trattativa con la controparte al fine di risolvere il contenzioso evitando la causa. Le normative più recenti, peraltro, per diversi settori del diritto, hanno introdotto molteplici forme (mediazione obbligatoria oppure negoziazione assistita) quali condizioni di procedibilità della causa. Ciò vale a dire che la causa non può essere portata avanti se prima le parti non hanno svolto il suddetto tentativo di conciliazione.
Il cliente deve acquisire tutta la documentazione medica relativa al proprio caso (ad esempio la cartella clinica). Nella malaugurata ipotesi in cui il cliente incontrasse difficoltà a farsi rilasciare la documentazione medica da parte della struttura o dello studio medico a cui si era rivolto, contattare subito il legale, il quale provvederà con le azioni più opportune affinché la controparte ottemperi a tale obbligo di legge. In ogni caso contattare il legale il quale provvederà a scrivere alla controparte costituendo questo il primo passo per la trattazione del caso.
Quanto si riceve un decreto penale di condanna, la prima cosa da fare è portarlo al legale affinché verifichi se vi siano soluzioni più favorevoli del pagamento delle somme indicate in decreto. Per fare un esempio, talvolta il reato è oblabile cioè si può estinguere pagando una diversa somma (oblazione) senza che lo stesso reato pesi sulla fedina penale.
In genere la contestazione di una violazione al codice della strada consente di ravvisare o un concorso di colpa o addirittura la colpa totale a carico del soggetto sanzionato. Per questo, dopo un incidente stradale, la cosa più saggia da fare sarebbe quella di portare subito tutta la documentazione del sinistro al legale affinché lo stesso possa valutare se sia il caso di fare ricorso avverso la sanzione amministrativa, in modo da eliminare ostacoli frapposti al risarcimento del danno.
No, a condizione che il tuo sito internet faccia uso solo cookie tecnici o di analisi. Fai però attenzione che Google Analytics non è considerato uno strumento neutro in questo momento. Infatti a seguito della sentenza della Corte di Giustizia Europea, cosiddetta Schrems II, salvo alcune eccezioni, non si possono esportare dati personali negli Stati Uniti, poiché questo Paese non garantisce lo stesso standard del GDPR. Inoltre lo strumento di Google Anaytics non garantisce mai una completa anonimizzazione dei dati personali, in quanto, proprio grazie alla gran mole di dati detenuta da Google, di fatto risulta sempre possibile l'identificazione dell'interessato. Tieni presente che esistono molti tool alternativi a Google Analytics rispetto ai quali non vi sono problemi con il GDPR.
Sì, esistono alternative all'arresto per il reato di guida in stato di ebbrezza:
Lavori di Pubblica Utilità (LPU)
Se vi è stato contestato il rifiuto di sottoporvi all'accertamento del tasso alcolemico tramite etilometro, ecco cosa dovete sapere:
Conseguenze del rifiuto:
Possibili strategie difensive da concordare con il vostro difensore:
È fondamentale agire rapidamente e consultare un avvocato specializzato in diritto della circolazione stradale. Un legale esperto potrà valutare le circostanze specifiche del vostro caso, identificare eventuali vizi procedurali e sviluppare la strategia difensiva più efficace.
Ricordate: in futuro, è sempre meglio sottoporsi all'etilometro se richiesto. Il rifiuto comporta sanzioni severe quanto la guida in stato di ebbrezza nella fascia più alta.
Perché, per esempio, in caso di riportate lesioni, l’offerta potrebbe essere più bassa del dovuto. Il legale competente farà esaminare il proprio cliente da un medico legale di fiducia ed all’esito della perizia di parte, avvierà una trattativa con la Compagnia per ottenere il giusto risarcimento. Il nostro studio ha fatto la scelta di campo di difendere solo i privati nei riguardi delle Compagnie Assicuratrici.
La revoca della patente è una delle sanzioni più severe per la guida in stato di ebbrezza. Ecco quando si applica:
Se stai leggendo questa domanda, probabilmente ritieni di aver subito un torto, essendo stato escluso o esclusa da un testamento o avendo ricevuto meno di quello che potrebbe spettarti. L’impugnazione di un testamento è un’azione molto seria e, pertanto, il primo consiglio che ti vorrei dare è quello di consultare un legale molto esperto della materia, il quale ti potrà rispondere solo dopo averti ascoltato attentamente ed esaminato eventuali documenti in tuo possesso. Ogni caso, infatti, fa storia a sé perché la realtà è costellata di dettagli e particolari che possono sensibilmente cambiare le situazioni; il diavolo, si dice, sta nei dettagli! Fatta questa doverosa premessa, devi sapere che un testamento può essere impugnato per tre categorie di vizi:
La questione della copertura assicurativa per danni causati guidando in stato di ebbrezza è complessa e merita un'analisi approfondita:
In conclusione, mentre l'assicurazione copre inizialmente i danni causati guidando in stato di ebbrezza, l'assicurato rischia di dover rimborsare l'intera somma alla compagnia. È quindi fondamentale valutare attentamente le clausole del proprio contratto e considerare l'opzione di limitazione della rivalsa, bilanciando il costo aggiuntivo con la maggiore protezione offerta.
Nella maggior parte dei casi è ancora necessario. La legge n°132 del 2014 ha tecnicamente introdotto la possibilità di divorziare e separarsi presentandosi davanti al Sindaco senza che sia obbligatoria la presenza di un avvocato. Devono però sussistere le seguenti condizioni: la coppia non ha figli minori o portatori di un grave handicap o economicamente non sufficienti; nell’accordo di divorzio non ci siano atti con cui si dispone il trasferimento di diritti patrimoniali.
In ogni caso a meno che entrambi i coniugi non siano economicamente autonomi, se nella coppia esiste un coniuge più debole, è sempre preferibile rivolgersi al legale soprattutto al fine di conoscere quali siano i propri diritti in materia di mantenimento e, quindi, avviare una seria trattativa per il raggiungimento di un accordo più equo.
Qualora non vi sia stato un incidente è possibile, a determinate condizioni che vanno debitamente comprovate, è possibile ottenere un permesso orario, ma l’istanza deve essere presentata entro 5 giorni dal ritiro. Il nostro Studio potrà predisporvi la suddetta istanza e seguirne tutto l’iter. In caso di ritiro della patente per guida in stato di ebbrezza, qualora il fatto sia incontestabile, ci sono comunque delle possibilità per ottenere prima la restituzione della patente. Non tutti sanno, infatti, che i lavori di pubblica utilità consentono non solo l’estinzione del reato, ma anche il dimezzamento del periodo di sospensione della patente. Anche in questo caso, tuttavia, è necessario che il legale esamini tempestivamente la situazione al fine di controllare che vi siano le condizioni di legge per presentate una tale istanza.
L'email aziendale è uno strumento di proprietà dell'azienda, ma questo non è un presupposto giuridico sufficiente per poter accedere all'account di un'email aziendale assegnata ad un tuo dipendente quando la prima parte dell'indirizzo email è costituita da un nome proprio, per esempio: alessandro@pralegali.com. Diverso è il discorso, invece, se l'email nella sua prima parte indica solo la funzione, per esempio: amministrazione@pralegali.com. Se l'email aziendale reca nella sua prima parte un nome proprio è possibile a certe condizioni e, seguendo una policy ben definita, accedere ed estrarre i dati facendo buon uso del principio di minimizzazione. Trattandosi di un'operazione giuridicamente complessa, è consigliabile rivolgersi ad un legale con competenze in materia di privacy.
Risarcimento e indennizzo INAIL. Si può e si chiama "danno differenziale". Rappresenta la differenza tra:
Per esempio: l'INAIL ti ha riconosciuto un'invalidità permanente del 16% con relativa rendita, ma il danno complessivo che hai subito (includendo aspetti come la ridotta capacità lavorativa o il danno esistenziale) è maggiore.
In questo caso puoi agire in sede civile per ottenere la differenza, dimostrando che:
Ricorda: l'indennizzo INAIL e il risarcimento civile non si escludono a vicenda, ma si integrano per garantirti una tutela completa.
Gli impianti audiovisivi e gli altri strumenti dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori possono essere impiegati esclusivamente per esigenze organizzative e produttive, per la sicurezza del lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale. Onde consentire la verifica del rispetto di tali presupposti, deve essere preventivamente raggiunto un accordo con le rappresentanze sindacali o in mancanza di accordo, è necessaria l’autorizzazione della Direzione territoriale del lavoro. Il nostro studio vi potrà assistere nelle trattative con le rappresentanze sindacali ovvero nella predisposizione della relativa istanza avanti la Direzione Territoriale del lavoro.
L'accesso alla Naspi può essere riconosciuto solo nel caso in cui il rapporto di lavoro cessi per cause indipendenti dalla volontà del lavoratore. Tuttavia quando il lavoratore si dimette per giusta causa, poiché a ciò è costretto per una situazione lavorativa divenuta intollerabile, anche in questa ipotesi la Naspi è dovuta. Bisogna tenere presente come solo alcune situazioni vengono considerate una giusta causa di dimissioni. In particolare secondo la circolare n. 163/2003 dell'Inps costituiscono giusta causa di dimissioni le seguenti motivazioni:
Rifiutarsi di sottoporsi al alcoltest è una pessima scelta. Infatti, benché le forze dell'Ordine non possono costringere una persona ad eseguire il test alcolemico, il rifiuto costituisce di per sé reato. Inoltre il rifiuto di sottoporsi all'alcoltest prevede le stesse conseguenze penali della fascia più alta del reato, vale a dire le stesse sanzioni previste per la guida in stato di ebbrezza con tasso alcolico superiore ad 1,5 g/l. E', quindi, preferibile sottoporsi all'alcoltest ed in caso di positività rivolgersi ad un buon avvocato che possa consigliare la strategia difensiva migliore.
La legge prevede un'ipotesi base e due ipotesi aggravate. Nell'ipotesi base si rischia una pena detentiva da 2 a 7 anni. Questa pena, però, è destinata ad aumentare se al momento del sinistro il conducente era è sotto l’influenza di droghe o alcol (con un tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l). Nel qual caso la pena può aumentare da 8 a 12 anni. In caso di guida pericolosa, solo per alcune ipotesi, o con un tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l ma inferiore a 1,5 g/l, la pena può variare da 5 a 10 anni. Ciò premesso, queste pene, sono puramente indicative, cioè indicano il minimo ed il massimo entro cui si deve muovere il Giudice. Una possibile difesa nel caso di omicidio stradale si deve articolare su diversi livelli:
Quando subite un infortunio sul lavoro, la documentazione diventa il vostro alleato più importante. Una raccolta ordinata e completa dei documenti non solo facilita il riconoscimento dell'infortunio da parte dell'INAIL, ma può rivelarsi fondamentale anche per ottenere un eventuale risarcimento civile.
La tutela INAIL si estende a un'ampia gamma di lavoratori. Ecco una panoramica completa di chi è protetto e in quali situazioni. In particolare sono tutelate le seguenti categorie di lavoratori:
Lavoratori dipendenti Tutti i dipendenti del settore privato e pubblico sono automaticamente assicurati, dal momento dell'assunzione.
Altre categorie protette
Non rientrano nella tutela INAIL:
Questi lavoratori sono protetti da altre forme assicurative specifiche.
La tutela copre due tipi di eventi:
[⚡ Da sapere: La tutela INAIL si attiva automaticamente con l'inizio dell'attività lavorativa, senza necessità di richieste specifiche]
Immaginate di aver subito un infortunio sul lavoro. Il nostro ordinamento vi offre due strade diverse ma complementari per ottenere giustizia: l'indennizzo INAIL e il risarcimento civile. Sono come due strumenti diversi in un'orchestra: ciascuno ha il suo suono particolare, ma insieme creano un'armonia completa.
L'INAIL è come un paracadute che si apre automaticamente quando cadete. Non dovete dimostrare che qualcuno ha sbagliato o che ci sono state negligenze. L'unica cosa che conta è che l'infortunio sia avvenuto "in occasione di lavoro".
Per comprendere meglio come funziona concretamente il sistema di tutela INAIL, consideriamo un caso reale: un lavoratore di 47 anni ha subito un infortunio sul lavoro con una percentuale di invalidità riconosciuta dell'11%. Secondo le tabelle di indennizzo INAIL, per questa percentuale, l'importo dell'indennizzo è di 10.170,46 €.
Il calcolo considera:
- La percentuale di invalidità permanente (11%)
- L'età del lavoratore (47 anni)
- Le tabelle standardizzate INAIL
Lo stesso lavoratore può ottenere un risarcimento più ampio in sede civile. Utilizzando le tabelle civilistiche (come le Tabelle di Milano), il risarcimento totale per un'invalidità dell'11% potrebbe ammontare a 15.000 €, considerando:
- Il danno biologico
- Il danno morale
- Il danno esistenziale
- Eventuali perdite di opportunità professionali
Il danno differenziale rappresenta la differenza tra quanto erogato dall'INAIL e quanto si può ottenere in sede civile. Nel nostro esempio:
Danno Differenziale = Risarcimento Civile (15.000 €) - Indennizzo INAIL (10.170,46 €) = 4.829,54 €
È importante sapere che il punto di invalidità permanente in sede INAIL "paga" solitamente una cifra inferiore rispetto al punto civilistico. Questo significa che, anche considerando solo il danno biologico, possono emergere differenze significative tra l'indennizzo INAIL e il risarcimento ottenibile in sede civile.
Questo esempio numerico dimostra chiaramente come le due forme di tutela si completino a vicenda. L'indennizzo INAIL, pur rappresentando una protezione immediata e certa, spesso non copre l'intero pregiudizio subito. Il risarcimento civile può invece garantire un ristoro più completo dei danni effettivamente subiti.
[⚡ Da sapere: Un avvocato esperto può aiutarvi a valutare se e quando intraprendere un'azione civile, analizzando il rapporto tra costi e benefici della procedura]
La guida in stato di ebbrezza è un reato grave, ma le conseguenze possono diventare estremamente severe quando si verifica un incidente stradale, specialmente se il veicolo non appartiene al conducente. Ecco una spiegazione dettagliata delle possibili conseguenze:
È importante comprendere cosa si intende per "incidente" in questo contesto:
Per l'applicazione dell'aggravante dell'incidente:
Quando un conducente ubriaco provoca un incidente, tutte le sanzioni previste dall'articolo 186 del Codice della Strada vengono automaticamente raddoppiate. Questo include:
Se l'auto coinvolta nell'incidente appartiene a una persona estranea al reato, si verifica un'ulteriore aggravante:
Per comprendere meglio, prendiamo un esempio:
Quindi, una sospensione che originariamente sarebbe stata di 6 mesi può arrivare fino a 2 anni. Nei casi più gravi, dove la sospensione base è di 1 anno, si può arrivare fino a 4 anni di sospensione della patente.
Si considera estraneo al reato il proprietario del veicolo che:
Per i veicoli in leasing, se il concedente (considerato proprietario) è estraneo al reato, il veicolo non viene confiscato. Tuttavia, si applica comunque il doppio raddoppio della sospensione della patente al conducente.
Data la complessità e la severità delle conseguenze legali della guida in stato di ebbrezza, specialmente in caso di incidente e con veicolo non proprio, è fortemente consigliato consultare immediatamente un avvocato specializzato in diritto stradale.
Un legale esperto può aiutarvi a navigare questo complesso scenario legale, potenzialmente mitigando alcune delle conseguenze più severe e assicurando che i vostri diritti siano pienamente tutelati durante tutto il processo.
Le sanzioni per la guida in stato di ebbrezza in Italia variano in base al tasso alcolemico rilevato:
Le pene sono aumentate da un terzo alla metà in caso di incidente stradale. Per neopatentati, conducenti professionali e minori di 21 anni vige il divieto assoluto di assumere alcol prima di mettersi alla guida.
È importante notare che il rifiuto di sottoporsi agli accertamenti è punito con le stesse sanzioni previste per la fascia più alta di tasso alcolemico (oltre 1,5 g/l).
Il più grande avvocato di ogni tempo, Cicerone, amava dire ai suoi clienti “Da mihi factum, dabo tibi ius” che tradotto letteralmente dal latino significa “dammi il fatto, ti darò il diritto”. Quando i fatti della vita ci portano a veder violati i nostri diritti oppure a non conoscerli perfettamente questo è il momento di rivolgersi ad un avvocato. Più in generale il momento giusto per rivolgersi a un avvocato è quando diventa necessario tutelarsi per il futuro o per il presente, consapevoli che il legale, una volta conosciuti i fatti, in quanto esperto di legge, ci potrà proporre le soluzioni più lungimiranti.
Per capire esattamente i termini entro cui un lavoratore può chiedere il risarcimento dei danni da infortunio sul lavoro, dobbiamo analizzare due aspetti fondamentali: la durata del termine e il momento da cui inizia a decorrere.
Il termine di prescrizione è di 10 anni, poiché si tratta di responsabilità contrattuale basata sulla violazione da parte del datore di lavoro dell'obbligo generale di protezione (art. 2087 c.c.) e degli obblighi specifici previsti dalla normativa sulla sicurezza.
🔍 Attenzione: questo termine è diverso sia dalla prescrizione triennale prevista per le prestazioni INAIL, sia da quella quinquennale degli illeciti extracontrattuali.
Ma quando inizia a decorrere questo termine decennale? La recente sentenza della Cassazione n. 20327/2023 ha cristallizzato due situazioni:
La Corte di Cassazione ha applicato questi principi in un caso concreto riguardante un lavoratore di E-Distribuzione che aveva sviluppato patologie per l'esposizione prolungata a movimentazione manuale dei carichi, vibrazioni, posture incongrue ed eventi climatici avversi.
Nel caso specifico, la Corte ha stabilito che il termine decennale non era decorso considerando che il rapporto di lavoro era cessato nel [data omessa] e l'azione legale era stata avviata nel 2015, preceduta da una lettera interruttiva inviata dal difensore alla società nel 2009.
⚠️ Come si interrompe la prescrizione verso il datore di lavoro? La prescrizione dell'azione di risarcimento verso il datore di lavoro si interrompe solo con:
🔍 Attenzione alla distinzione INAIL La richiesta di riconoscimento della malattia professionale all'INAIL interrompe esclusivamente la prescrizione triennale per ottenere l'indennizzo dall'Istituto, ma non quella decennale per l'azione risarcitoria nei confronti del datore di lavoro. Sono due azioni distinte con termini e modalità di interruzione differenti.
Questa interpretazione della Suprema Corte, bilanciando gli interessi in gioco, offre ai lavoratori esposti a rischi professionali che producono danni nel lungo periodo il tempo necessario per accorgersi della malattia e collegarla all'attività lavorativa svolta. Tuttavia, per una tutela efficace, è sempre consigliabile agire tempestivamente quando si manifestano i primi sintomi o si scopre l'origine lavorativa del danno, avendo cura di interrompere formalmente la prescrizione nei confronti del datore di lavoro, indipendentemente dall'eventuale pratica INAIL.
Immaginiamo l'INAIL come un sistema di protezione sociale che ha l'obbligo di tutelare tutti i lavoratori in caso di infortunio o malattia professionale. È quello che la legge chiama "principio di automaticità delle prestazioni": l'INAIL deve sempre proteggere il lavoratore, indipendentemente da come si è verificato l'incidente. Ma una volta che l'INAIL ha tutelato il lavoratore, cosa succede se l'infortunio è stato causato da violazioni delle norme sulla sicurezza? L'istituto non solo può, ma ha il dovere di recuperare quanto ha pagato se l'infortunio è stato causato da comportamenti illeciti. Questo recupero avviene attraverso due strumenti diversi: l'azione di regresso e l'azione di surroga.
Vediamo quando scatta la sospensione o la revoca della patente con guida in stato di ebbrezza. In caso di guida in stato di ebbrezza la patente viene sospesa per i seguenti periodi:
Ogni modello è tarato su misura dell’Impresa, ragion per cui dopo aver conosciuto le dimensioni e la struttura aziendale, sarà possibile fare un preventivo scritto in linea con le vostre peculiarità aziendali.
La validità dell'esame alcolimetrico per via ematica effettuato a distanza di tempo dal fermo dipende da diversi fattori. La Corte di Cassazione ha stabilito che quando l'accertamento avviene dopo alcune ore dalla guida, sono necessari ulteriori elementi per determinare lo stato di ebbrezza al momento dell'infrazione.
Punti chiave da considerare:
In conclusione, mentre un test immediato fornisce prove più solide, l'accertamento tardivo richiede una valutazione più complessa, considerando l'evoluzione del tasso alcolemico nel tempo e altri fattori contestuali per determinare lo stato di ebbrezza al momento della guida.
La formalizzazione dell’atto di rinuncia va fatta davanti a un notaio o nella Cancellaria del Tribunale dove è stata aperta la successione. La cosa migliore da fare sarebbe chiedere con la massima urgenza un parere legale a un avvocato e successivamente formalizzare la rinuncia all’eredità. Talvolta, infatti, vi sono problematiche di carattere legali particolarmente delicate da risolvere. Per esempio, la rinuncia all’eredità di un minore deve essere preceduta dall’autorizzazione del Giudice Tutelare così come quella di una persona sottoposta ad amministratore di sostegno. In tal caso il legale potrà predisporre la relativa istanza al giudice tutelare. In altri casi, ci sono azioni che non devono assolutamente fatte prima di rinunciare per non incorrere nella cosiddetta tacita accettazione o nella fattispecie di atti incompatibili con la volontà di rinunciare. Il legale, forte della sua esperienza, potrà fornire al cliente un vasto spettro di situazioni da evitare, soprattutto nei casi in cui l’eredità sia negativa, cioè vi siano solo debiti.
Le offese attraverso i social configurano il reato di diffamazione a mezzo stampa. Pochi sanno, infatti, che, quando scriviamo su facebook, whatsapp & co sottostiamo alla medesima normativa prevista per i giornalisti. Così infatti si è espressa la Corte di Cassazione con sentenza n. n. 24212/2021. La diffamazione posta in essere con il mezzo della stampa è sanzionata con la pena della reclusione da sei mesi a tre anni oppure la multa non inferiore a 516 euro. Le piattaforme come Meta mettono inoltre a disposizione delle persone destinatarie del contenuto diffamatorio un apposito form per la richiesta di rimozione dei contenuti illeciti. E' evidente, peraltro, che se la piattaforma non riscontrasse positivamente tale richiesta, l'avvocato dovrà consigliare le azioni più idonee per costringere la piattaforma alla rimozione del contenuto diffamatorio. Infine la persona offesa potrà agire nella sede che sarà consigliata dal legale di fiducia per richiedere il risarcimento del danno subito in termini di danno morale, all'immagine e biologico, nel caso in cui il contenuto diffamatorio abbia causato anche una situazione di stress psicologico.