10 Mag Come si dimostra la lesione della quota di legittima?
L’accertamento della lesione della quota di legittima richiede un’analisi approfondita della situazione patrimoniale del defunto. Non si tratta di un calcolo approssimativo, ma di una vera e propria operazione contabile e giuridica che deve seguire regole precise stabilite dal codice civile.
Per determinare se esiste una lesione dei diritti dei legittimari, occorre effettuare una ricostruzione completa del patrimonio del defunto, considerando non solo i beni lasciati al momento della morte ma anche le donazioni effettuate in vita.
⚖️ “L’accertamento della lesione della legittima consta di un’operazione complessa: occorre procedere alla formazione del compendio dei beni relitti, alla detrazione dei debiti, alla riunione fittizia tra attivo netto e donatum, e al calcolo della quota disponibile e della quota indisponibile sulla massa risultante”.
Calcolo della quota di legittima: le 5 operazioni fondamentali
Il procedimento per accertare una lesione della quota di legittima i articola in cinque passaggi essenziali, ognuno dei quali richiede particolare attenzione:
Formazione del compendio dei beni relitti
Il primo passo consiste nel determinare il valore complessivo di tutti i beni che componevano il patrimonio del defunto al momento dell’apertura della successione (relictum). Questo include:
- Beni immobili (case, terreni)
- Beni mobili di valore (gioielli, opere d’arte, automobili)
- Denaro e investimenti (conti correnti, titoli, azioni)
- Crediti vantati nei confronti di terzi
Ogni bene deve essere valutato al suo valore di mercato al momento dell’apertura della successione, non al momento dell’acquisto o in base a valutazioni precedenti.
Detrazione dei debiti ereditari
Una volta determinato il valore complessivo dei beni, occorre sottrarre i debiti ereditari esistenti alla data della morte. Questi includono:
- Mutui e finanziamenti in corso
- Debiti fiscali
- Fatture e pagamenti pendenti
- Spese funebri
- Altre passività documentabili
⚠️ Attenzione: È fondamentale considerare solo i debiti effettivamente esistenti al momento della morte, non quelli sorti successivamente a carico degli eredi.
Riunione fittizia con le donazioni (donatum)
Questo passaggio è fondamentale per accertare correttamente l’eventuale lesione della quota di legittima. Consiste nell’aggiungere al patrimonio netto (risultante dalla differenza tra relictum e debiti) il valore di tutte le donazioni fatte in vita dal defunto, valutate al momento dell’apertura della successione.
Esempio: Se il defunto ha donato un immobile che al momento della donazione valeva 100.000€, ma al momento dell’apertura della successione vale 150.000€, è quest’ultimo valore che deve essere considerato per la riunione fittizia.
La riunione fittizia è essenziale perché:
- Impedisce che il defunto possa aggirare i diritti dei legittimari attraverso donazioni in vita
- Garantisce una valutazione equa dell’intero patrimonio su cui calcolare le quote
- Crea la “massa ereditaria” complessiva su cui basare i calcoli successivi
Calcolo della quota disponibile e della legittima
Sulla base della massa così determinata (relictum – debiti + donatum), si procede al calcolo della quota disponibile (di cui il testatore può disporre liberamente) e della quota riservata ai legittimari.
Le quote di legittima previste dalla legge sono:
Legittimari | Quota di legittima |
---|---|
Solo il coniuge | 1/2 del patrimonio |
Solo i figli (un figlio) | 1/2 del patrimonio |
Solo i figli (più figli) | 2/3 del patrimonio da dividere in parti uguali |
Coniuge e un figlio | 1/3 al coniuge e 1/3 al figlio |
Coniuge e più figli | 1/4 al coniuge e 1/2 ai figli |
Solo ascendenti | 1/3 del patrimonio |
Coniuge e ascendenti | 1/2 al coniuge e 1/4 agli ascendenti |
Imputazione delle donazioni ricevute
L’ultimo passaggio consiste nel sottrarre dalla quota di legittima spettante quanto già ricevuto dal legittimario a titolo di donazione o per testamento. Questo permette di verificare se la quota di legittima è stata rispettata o se, al contrario, si è verificata una lesione della quota di legittima.
✅ Se dopo questa operazione il legittimario ha ricevuto beni di valore pari o superiore alla sua quota di legittima, non vi è alcuna lesione.
❌ Se invece il valore di quanto ricevuto è inferiore alla quota di legittima calcolata, sussiste una lesione che può essere fatta valere in giudizio.
Come provare la lesione della quota di legittima in giudizio
Una volta accertata la lesione della quota di legittima attraverso i calcoli sopra descritti, occorre dimostrare tale lesione in sede giudiziale per ottenere la tutela dei propri diritti.
Modalità di prova della lesione di legittima
Il legittimario che agisce in giudizio deve:
- Precisare l’entità della lesione: indicare entro quali limiti la sua quota di riserva sia stata lesa, specificando gli elementi patrimoniali che influenzano il valore dell’eredità e della quota violata.
- Fornire una descrizione dettagliata: non è necessario indicare il valore numerico esatto dei beni, ma occorre fornire una descrizione convincente della situazione patrimoniale del defunto.
- Elencare i beni e le donazioni: è fondamentale presentare un elenco completo dei beni relitti e delle donazioni che contribuiscono a determinare la massa ereditaria.
La prova della lesione della quota di legittima può avvenire anche tramite presunzioni semplici, purché queste siano gravi, precise e concordanti. Tuttavia, è sempre preferibile disporre di documentazione solida e verificabile.
Onere di allegazione e documentazione necessaria
L’onere di allegazione e di prova impone al legittimario di:
- Determinare il valore della quota di legittima in relazione alla consistenza del patrimonio relitto
- Specificare che non vi siano altri beni su cui soddisfarsi
- Individuare con precisione le disposizioni lesive (anche donazioni) da riunire fittiziamente al patrimonio relitto
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