Cosa fare se l’INAIL non riconosce l’infortunio

Hai ricevuto un diniego dall’INAIL per il tuo infortunio sul lavoro o la risposta non ti soddisfa? Non preoccuparti, esistono precise procedure per far valere i tuoi diritti. Vediamo insieme come procedere, passo dopo passo.

Prima Fase: Valutazione e Ricorso Amministrativo

Comprendere il Diniego

Il primo passo fondamentale è capire perché l’INAIL ha negato il riconoscimento dell’infortunio. Le motivazioni potrebbero essere diverse: dalla documentazione incompleta alla contestazione del nesso causale tra lavoro e infortunio.

Il Ricorso Amministrativo Interno

Prima di rivolgerti al tribunale, dovrai presentare un ricorso amministrativo interno all’INAIL entro 60 giorni dal ricevimento del provvedimento dell’INAIL.

Documentazione Necessaria

Per presentare un ricorso efficace servono:

  • Dati anagrafici completi
  • Dettagli precisi dell’infortunio
  • Motivazioni chiare dell’opposizione
  • Documentazione medica di supporto

Modalità di Presentazione

Il ricorso può essere presentato in tre modi:

  1. Consegna personale presso la sede INAIL
  2. Invio tramite posta raccomandata
  3. Trasmissione via PEC

Seconda Fase: La Risposta INAIL

L’INAIL a sua volta dispone di un termine di 150  giorni per rispondere al tuo ricorso. Durante questo periodo possono verificarsi tre scenari:

  • Accoglimento del ricorso
  • Accoglimento parziale del ricorso
  • Silenzio o rigetto dell’opposizione

Terza Fase: Il Ricorso al Giudice

Se l’INAIL non risponde o conferma il diniego o ancora nel caso in cui la risposta non ti soddisfa pienamente, diventa necessario valutare l’azione giudiziaria con l’assistenza di un avvocato esperto di infortunistica sul lavoro.

A quali scadenze devi porre attenzione

Qui bisogna fare molta attenzione.

La tempistica esatta si articola, infatti, in due scenari possibili:

PRIMO SCENARIO – L’INAIL risponde

Se l’INAIL risponde (sia positivamente che negativamente), il termine complessivo sarà di 3 anni e 150 giorni dall’infortunio per proporre ricorso al Tribunale.

Questo termine è fisso e prescinde da quanto tempo il lavoratore abbia effettivamente impiegato per presentare la domanda

SECONDO SCENARIO – L’INAIL non risponde Qui entra in gioco un principio fondamentale stabilito dalle Sezioni Unite con la sentenza 11928/2019: la mancata risposta dell’INAIL non fa iniziare il decorso della prescrizione.

In pratica:

  • La prescrizione resta sospesa indefinitamente finché l’INAIL non prende una decisione definitiva
  • Il termine di 3 anni e 150 giorni non inizia nemmeno a decorrere
  • Il lavoratore può: a) attendere la risposta dell’INAIL (la prescrizione resta sospesa) b) decidere di fare causa anche prima (dopo i 150 giorni ha questa facoltà, ma non l’obbligo)

La ragione di questa interpretazione, come spiega la Corte, è quella di non costringere il lavoratore a fare causa prematuramente solo per evitare la prescrizione. Si vuole inoltre permettere al procedimento amministrativo di giungere a conclusione, dato che potrebbe risolversi favorevolmente per il lavoratore senza necessità di ricorrere al giudice.

Questa interpretazione è particolarmente protettiva per il lavoratore perché:

  1. Se l’INAIL risponde, ha un termine certo (3 anni e 150 giorni)
  2. Se l’INAIL non risponde, ha tutto il tempo di attendere una risposta senza rischiare la prescrizione.

 

 



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