26 Ott Reputazione online e recensioni
Tempo di lettura stimato: 2 minutiIl valore delle recensioni
Le recensioni dei locali, diciamo la verità, le leggiamo tutti, nondimeno, come una rondine non fa primavera, così una cattiva recensione o un numero limitato di recensioni negative non possono e non devono compromettere la reputazione di un esercizio commerciale.
Dietro una singola recensione negativa, infatti, si possono nascondere diversi fenomeni, dalla concorrenza sleale al cosiddetto astrosurfing, cioè quella pratica di manipolare la società civile con commenti di soggetti che addirittura non hanno mai frequentato il locale. Astrosurfing è infatti il nome di un’erba sintetica, di qui il riferimento ad un commento non genuino.
Dal punto di vista dell’utente e potenziale avventore occorre quindi prendere le recensioni con un certo grano salis, ben potendo alcune critiche essere non vere e diffamatorie.
Quando la recensione diventa diffamazione
Per il malcapitato ristoratore di turno è peraltro possibile reagire.
Infatti come abbiamo detto altre volte, internet non è un’area franca in cui si può dire e fare quel che si vuole.Online infatti vigono le stesse regole della realtà offline.
Pertanto quando una critica si basa su presupposti di fatto falsi oppure oltrepassa i limiti della continenza verbale è possibile ricorrere alle vie legali.
Il diritto di critica, protetto dall’art. 19 della Costituzione, non può invero mai trascendere nell’offesa e, comunque, non può fondarsi su fatti non veri.
La responsabilità della piattaforma
Recentemente è assurto alle cronache il caso di un agriturismo del Veneto al quale era stata “dedicata” una recensione negativa molto pesante; in particolare il presunto avventore aveva scritto su Tripadvisor di aver trovato dei vermi nel piatto.
Il fatto appariva alquanto singolare e poco credibile in quanto, secondo quanto riportato dal ristoratore, non si erano mai registrate situazioni in cui qualche avventore si fosse lamentato di una tale scoperta.
Tripadvisor, peraltro, si era rifiutata, come talvolta può accadere, di rimuovere la recensione negativa.
Effettivamente in passato proprio Tripadvisor ha ottenuto qualche vittoria davanti alla giustizia amministrativa sovvertendo il diverso parere dell’Autorità Garante per la concorrenza e il mercato.
In particolare a suo tempo era stata valorizzata la neutralità della piattaforma, che, a detta del TAR non avrebbe avuto la possibilità di controllare caso per caso il contenuto delle recensioni.
Tuttavia nel settore delle tecnologie, tutto scorre e si evolve più velocemente e così anche le sentenze e la legislazione diventano anticipatamente obsolescenti.
Tant’è che oramai la cosiddetta neutralità della piattaforma è un mito ampiamente superato.
L’ Internet Service Provider, invero, risponde dei contenuti illeciti segnalati dagli utenti ed è tenuto a rimuoverli con tempestività.
Lo prevede la legislazione comunitaria e sul punto non vi sono più incertezze giurisprudenziali.
E se l’autore della recensione è anonimo?
L’ignoto autore della recensione diffamatoria che fa? Può dormire sogni tranquilli?
Direi proprio di no, posto che la polizia postale ha gli strumenti per risalire all’identità dello stesso, qualora la vittima decidesse di presentare querela.
Certamente risalire all’indirizzo ip del dispositivo da cui è stata digitata la recensione non significa averne identificato l’autore, ma sicuramente consente di restringere il cerchio dei possibili responsabili.
Una volta sequestrati i devices del soggetto collegato ad un dato indirizzo ip, la polizia è poi in grado attraverso tecniche di digital forensics di analizzare e contestualizzare tutte le informazioni contenute nei dispositivi, farne una copia forense e con tutta probabilità individuare il responsabile dell’attività diffamatoria.
Perché, sia chiaro, quando utilizziamo p.c., smartphone, playstation e compagnia lasciamo disseminiamo anche inconsapevolmente tracce della nostra identità.