03 Apr La legittima difesa domiciliare che ci mancava
Legittima difesa domiciliare, ora diamo i numeri
Prima i numeri, poi le parole!
Ecco quindi i dati, elaborati dal Senato della Repubblica su fonte del Ministero della Giustizia, relativi ai procedimenti penali per legittima difesa celebrati in questo Paese.
Procedimenti iscritti per “difesa legittima” (art. 52 codice penale)” in fase dibattimentale
2013: 5
2014: 0
2015: 3
2016: 2
Procedimenti per eccesso colpo in legittima difesa (art. 55 c.p.) in fase dibattimentale
2013: 2
2014: 0
2015: 1
2016: 2
I numeri, come si può vedere, sono impietosi e dimostrano come non vi fosse alcuna necessità di una riforma della scriminante della legittima difesa.
La nuova legittima difesa domiciliare: una norma incostituzionale
Azzardo una previsione; la riforma della legittima difesa domiciliare, approvata in questi giorni dal Parlamento, molto presto verrà dichiarata incostituzionale.
Si tratta peraltro di una riforma del tutto inutile e che sancisce in un certo senso la debolezza di uno Stato divenuto incapace di proteggerci e di far funzionare come si deve la giustizia, di uno Stato che subappalta la sicurezza dei cittadini ai cittadini stessi.
Diciamolo chiaramente, se si è arrivati a questa legge che definirei scritta con i piedi è colpa anche di una parte della magistratura che in questi anni ha saputo produrre pronunce a dir poco opinabili.
Così come a dir poco opinabile è il testo della novella, il cui succo si può riassumere nello slogan di una delle tante magliette indossate dal nostro ministro degli Interni, ovvero la difesa è sempre legittima, se esercitata in casa propria o nel proprio negozio.
Cambierà qualcosa?
No, non cambierà niente.
C’è, infatti, da aspettarsi che alla prima occasione un giudice solleverà la questione di costituzionalità il che potrà avvenire sia per un sentimento di giustizia sia perché, non occorre essere un genio per capire che ai giudici non piace che gli si tolga discrezionalità e potere.
E a decidere ci saranno altri giudici, quelli della Corte Costituzionale.
L’opinione del Giudice Emerito della Corte Costituzionale, Prof. Sabino Cassese
E’ difficile nutrire dubbi sull’incostituzionalità della riforma. A tal proposito il Giudice Emerito della Corte Costituzionale, Sabino Cassese, si era già chiaramente espresso in tal senso, fornendo una spiegazione che i nostri parlamentari avrebbero fatto bene ad ascoltare attentamente.
Sostiene Cassese che il principio violato è quello della ragionevolezza della legge, principio secondo cui tutte le norme devono essere proporzionate e adeguate alle situazioni che si ripropongono di disciplinare.
Aggiungo, per quanti non fossero esperti di diritto, che tale principio deriva direttamente dal principio di uguaglianza previsto dall’3 della Costituzione.
Uguaglianza, ragionevolezza e proporzionalità sono, dunque, i pilastri di uno Stato di diritto.
Gli slogan, invece, e per fortuna, vanno bene al massimo per essere stampati sulle magliette, ma difficilmente possono superare un esame di costituzionalità.
La Costituzione, infatti, con tutto il rispetto per le T-shirt del Ministro degli Interni, è una cosa seria.
Mi pare, quindi, che il destino di questa legge, per la quale molti parlamentarsi si sono letteralmente spellati le mani per applaudire, sia inesorabilmente segnato.
Come interpreteranno i Giudici la nuova norma
Un’ altra questione, da non trascurare è che, messo alla porta, il criterio della proporzionalità tra difesa e offesa, per comprensibili ragioni, vi rientrerà dalla finestra. Anche qui, infatti, non serve essere un veggente per prevedere che si comincerà a discutere sul concetto stesso di difesa. Quale comportamento potrà ritenersi una difesa e quale un’offesa. Checché ne dica il Ministro Salvini, infatti, il criterio di proporzionalità è insito nello stesso significato del termine difesa; sarà pertanto cosa dura forzare la nostra cara lingua italiana.
I rischi della riforma della legittima difesa domiciliare
Nel tempo che ci vorrà perché intervenga la Corte Costituzionale, la riforma sarà comunque foriera di cattivi frutti.
Con tutta probabilità, infatti, i casi di legittima difesa o “illegittima offesa” aumenteranno perché molti individui si sentiranno autorizzati a farsi giustizia da soli con la conseguenza che una buona parte di questi concittadini si risveglieranno increduli in manette.
Ed allora quale conclusione possiamo trarre?
La conclusione è che in questo Paese il problema non è la declinazione giuridica della legittima difesa, che riguarda due casi all’anno, ma il malfunzionamento della giustizia, una macchina scarburata che produce una quantità inaccettabile di errori e inefficienze.
L’amara verità è che oggi in Italia se hai ragione, c’è d’aver paura a far valere in giudizio un diritto, mentre se hai torto marcio, a conti fatti, avrai sempre da guadagnarci.