24 Nov Il whistleblowing è legge
Il 21 novembre scorso è stato definitivamente approvato alla Camera il disegno di legge n. A.C. n. 3365-B. che introduce in Italia il Whistleblowing.
Il termine “Whistleblowing” deriva dall’Inglese e segnatamente dalla frase “to blow the whistle”, in italiano soffiare il fischietto. Indicava l’azione del poliziotto che, nell’inseguire, un ladro dava l’allerta soffiando in un fischietto. Quelli della mia età lo ricordano, avendo visto la scena nelle comiche di Stan Laurel ed Oliver Hardy.
Nel tempo tale termine è andato ad indicare la posizione del lavoratore pubblico o privato che denuncia comportamenti illeciti posti in essere da colleghi o superiori gerarchici. La legge sul whistleblowing va a tutelare, per l’appunto, il lavoratore che ha il coraggio di segnalare i suddetti comportamenti illeciti e che per tale ragioni potrebbe subire delle ritorsioni.
La prima versione del Whistleblowing si rinviene nel False Claims Act Statunitense del 1863.
Il Whistleblowing ha consentito nel tempo di scoperchiare diversi scandali, come, ad esempio, lo scandalo Enron.
La legge che quindi è stata approvata dal Parlamento ha, o meglio potrebbe avere, una portata epocale. Non ne abbiamo la controprova, ma, con tutta probabilità, grandi scandali come quelli Parmalat e quello attuale delle Banche, si sarebbero potuti scoprire prima, in presenza di una legge che tutelasse eventuali informatori.
Ciò detto è, peraltro, a dir poco singolare, se non addirittura paradossale, che tale normativa, oltre al settore pubblico, riguarderà solo quelle imprese che si sono dotate di un modello di organizzazione e gestione ex Dlgs. 231/2001.
Considerato che la norma sanziona con la nullità il licenziamento del segnalatore, d’ora in poi solo i lavoratori di società munite di modello 231, potranno denunciare comportamenti illeciti senza temere atti ritorsivi da parte dei segnalati.
Ma quante sono le società che si sono dotate del M.O.G. 231?
Appena il 20% secondo recenti studi.
In conclusione, quindi, solo quella esigua minoranza di società che si sono dotate del Modello 231 avranno degli obblighi ed in particolare saranno tenute ad aggiornare il loro codice disciplinare e i loro protocolli in ragione della nuova normativa.
Tutte le altre possono dormire sogni tranquilli, con buona pace di tutti.