Lavoro: la tempestività della contestazione disciplinare

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Sempre più spesso, sia i datori di lavoro che i lavoratori dipendenti, si rivolgono al nostro studio per capire se la contestazione disciplinare rispetti o meno la tempestività.

Premesso che la contestazione disciplinare deve essere formulata e portata a conoscenza dell’interessato il prima possibile, vale l’orientamento più volte espresso dalla Suprema Corte che oramai può affermarsi consolidato. Da ultimo anche la Corte di Cassazione si è pronunciata in merito- Cass. civ. Sez. lavoro, 17/03/2017, n. 6991– ed ha ribadito il concetto secondo cui la tempestività della contestazione va intesa in senso relativo, dovendosi tener conto della complessità dell’organizzazione del datore di lavoro, per un adeguato accertamento ed una precisa valutazione dei fatti.

Non sarà pertanto sufficiente un’astratta conoscibilità dei fatti, ma si dovrà avere un’ effettiva conoscenza, ragion per cui, prima di contestare un fatto al lavoratore è necessario conoscerlo. Tale principio peraltro va coordinato con il diritto di difesa del lavoratore, perciò una volta avuta piena contezza del fatto, si dovrà procedere senza ritardo nel formalizzare la contestazione al lavoratore.



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